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Una posizione libertaria

Una posizione libertaria

Prima dell’esplosione sociale nella regione cilena, la Federazione anarchica di Santiago dichiara:

1- La situazione attuale è incerta, le persone stanno ancora combattendo, il loro coraggio non è stato fermato dai proiettili o dalle elemosine lanciate dalla borghesia. La classe oppressa continua a resistere coraggiosamente nelle strade di tutta la regione dominata dallo Stato cileno, quindi chiediamo di continuare le mobilitazioni in tutti i nostri spazi: per strada, in città, nelle scuole superiori, nei manifesti ecc.

Nonostante ciò, sappiamo che un processo di logoramento tipico di così tanti giorni di lotta non tarderà a manifestarsi. Per questo motivo è estremamente importante iniziare a costruire e rafforzare le assemblee territoriali che devono superare la visione istituzionale del “Cabildo Ciudadano” (consiglio cittadino NdT) e non proseguire con una nuova costituzione, per generare un “pliego de los pueblos” (carta dei popoli NdT), dove secondo la riflessione autonoma e orizzontale in questi spazi assembleari, dovremmo generare un quadro rivendicativo comune della classe oppressa, considerando le realtà locali e quelle su più ampia scala, al fine di innescare nuovi scenari di lotta nei territori.

Dall’altro lato generare una comunità organizzata che fornirà una soluzione ai problemi più immediati e quotidiani, al fine di rafforzare il potere autogestito che smantellerà gradualmente lo Stato nei nostri territori. Questo processo di accumulazione di forze è fondamentale per questa esplosione sociale; non sia solo un istante di catarsi ma l’inizio di un processo di emancipazione dei popoli.


2- La risposta del Governo è stata quella di cancellare lo Stato di Emergenza e la presenza dell’esercito nelle strade; tuttavia, la repressione delle forze speciali – la polizia militarizzata – si è intensificata. La repressione ha tolto la vita a 25 persone. Ci sono più di 4.300 detenut*, oltre 1.600 feriti, più di 160 persone hanno perso gli occhi a causa degli spari della repressione, 19 persone hanno subito abusi sessuali, più di 133 persone sono state torturate. Tutto secondo i dati ufficiali che, a detta delle organizzazioni internazionali, sono al di sotto delle cifre reali. Come se tutto ciò non bastasse, il direttore dell’Instituto de Derechos Humanos (INDH) ha dichiarato che non esistono violazioni sistemiche dei diritti umani, dimostrando, per l’appunto, che tutte le agenzie statali proteggono la violenza esercitata contro i popoli in lotta. Chiediamo solidarietà internazionale, per la liberazione di tutt* i/le prigionier* e per la memoria dei nostr* mort*.


3 – I partiti politici ed il loro caratteristico opportunismo sono emersi durante tutti questi giorni; ovviamente i loro leader non sono stati nelle strade o non hanno subito la repressione, ma non storcono il naso nell’autoproclamarsi “i rappresentanti del popolo e delle loro richieste”. Questo movimento non ha mai avuto bisogno di loro, né ne avrà bisogno in futuro; loro cercano solo di barattare con il governo il sangue dei nostri fratelli e delle nostre sorelle assassinat*; loro cercano solo di ossigenare questa democrazia con il fetore dei lacrimogeni; non rappresenteranno mai i nostri interessi poiché non fanno parte della classe oppressa. Rifiutiamo il loro “nuovo patto sociale” poiché non rappresenta alcun cambiamento radicale per le persone; non siamo dispost* a trasformare la nostra lotta in un make-up che darà un “volto più umano” al sistema di dominio che nega la vita.


4 – L’Assemblea Costituente d’altra parte è stato un motto che ha avuto una grande eco all’interno della nostra classe. Sembra essere una lampada magica che strofinandola risolverà tutti i nostri problemi di classe. Una tale visione ha solo illuso i popoli in lotta. Pertanto, generare una posizione critica e allertare la nostra classe a noi pare estremamente importante.

Per noi, l’assemblea costituente viene solamente a dare una soluzione istituzionale al conflitto; questa va solo ad operare in funzione degli interessi dell’oligarchia, poiché come classe non abbiamo sviluppato delle organizzazioni solide e combattenti che possano fornire un guida a quel processo. Quindi, sviluppare un’assemblea costituente a breve/medio termine non è altro che, nel migliore dei casi, consegnare il destino di questo movimento a coloro che ci opprimono; non esiste la correlazione delle forze necessarie per esprimere i nostri interessi lì come classe. La realizzazione di un’assemblea costituente nell’immediato risulterà una grande tragedia per i popoli in lotta, poiché seppellirebbe la lotta di classe per lunghi anni a venire, di fronte a questa nuova costituzione “democratica, cittadinista e partecipativa” che serve solo a ridare respiro a questa democrazia marcia e non a rompere i pilastri del sistema di dominio.

D’altronde, altr* hanno compreso come il processo dell’Assemblea costituente sia un processo lento e di lungo periodo, dove l’accumulazione di forze – dai consigli cittadini e dalle assemblee territoriali – è diretto a quell’istanza in cui si rifondano i pilastri dello Stato cileno. Da questa posizione ci allontaniamo, poiché secondo la nostra considerazione il processo di accumulo di forze – che è un compito prioritario – non è per sviluppare un’assemblea costituente, ma è per generare il potere autogestito della classe oppressa che formula un nuovo contratto sociale senza concordare alcuna carta d’intenti con l’oligarchia e dove vengono sepolti per sempre i pilastri del sistema di dominio: il patriarcato ed il capitalismo, la sua strategia coloniale di dominio e le sue espressioni: lo Stato-nazione, il sistema del binarismo di genere e l’estrattivismo.

Non ricostruiremo lo Stato, non crediamo in una repressione più democratica, non contribuiremo al consolidamento del dominio: questi sono obiettivi della socialdemocrazia.

Sappiamo che la costituzione politica rafforza e mantiene i pilastri istituzionali del neoliberismo i quali necessitano di essere riformulati (per avere nuovamente consenso NdT). Non è però solo una questione politico-legale, poiché è impossibile negoziare con l’oligarchia sulle questioni primarie della lotta di classe, come la proprietà privata della terra e dell’acqua, conflitti che vanno al di là dei quadri giuridico-politici della costituzione. In questo senso, sebbene questo quadro costituzionale concordato sia un’invenzione mascherata da plurinazionale, popolare e femminista e riconosca persino la natura come soggetto di diritti, le espressioni del dominio del patriarcato e del capitalismo non ne risultano alterate, quindi il nostro più grande compito è quello di raggiungere una correlazione di forze favorevoli alla vita, in cui il “programmatico supera le esigenze settoriali” e le assemblee territoriali embrionali possono sviluppare il controllo territoriale per tessere un nuovo mondo.

Nonostante ciò, questo non significa che l’anarchismo debba essere sottratto dalle istanze assembleari: dobbiamo esserci, dobbiamo combattere in modo che queste istanze autoconvocate non servano da piattaforma per gli interessi elettorali, dobbiamo essere lì per fornire spazi agli strumenti orizzontali e l’autonomia per la costruzione politica, dobbiamo esserci in conflitto con l’ideologia dominante per disputare i precetti della nuova società che vogliamo costruire, dobbiamo esserci perché siamo oppressi, perché siamo parte dei popoli in lotta, dobbiamo esserci perché è un compito prioritario rafforzare questi spazi, in modo che, gli uni con gli altri, possano avanzare verso auto-emancipazione.

5- Infine ribadiamo di continuare la lotta per le strade e nei territori. Creare e rafforzare le assemblee territoriali per generare comunità organizzate, che si muovano verso il controllo territoriale. Seminare esperienze di autonomia per catalizzare un potere autogestito.

  • Per continuare la lotta!

  • Sciopero generale!

  • Radicare l’anarchismo!

  • Per costruire una comunità organizzata!

  • Lunga vita alla lotta dei popoli!

  • Libertà immediata per i prigionieri delle proteste!

Federazione Anarchica di Santiago del Cile

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