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Un eterno presente? – Elysium (2013)

Un eterno presente? – Elysium (2013)

Elysium (2013) – Film scritto e diretto da Neill Blomkamp, con Matt Damon e Jodie Foster

Anno 2154 : gli esseri umani sono divisi in due classi : i super ricchi che vivono su una stazione spaziale in ville lussuose, scuole esclusive e , dove grazie agli sviluppi tecnologici e medici, non esistono malattie incurabili, mentre gli emarginati, i poveri e gli operai vivono sulla terra ormai ridotta ad un luogo invivibile , sovrappopolato e con un alto tasso di mortalità dovuto all’inquinamento atmosferico e ambientale.

Su Elysium (questo il nome della immensa stazione orbitale abitata dai potenti) , è praticamente impossibile accedervi, a causa di rigide regole sull’immigrazione.

Max Da costa (Matt Damon) è un operaio che lavora nella principale fabbrica di robot che la terra fornisce ad Elysium. A causa di un malfunzionamento della catena di produzione rimane gravemente contaminato ed in meno di una settimana è destinato a morire. La sua unica speranza è raggiungere la stazione orbitale e curarsi grazie ad uno scanner che guarisce qualsiasi tipo di malattia.

L’unico modo per farlo è contattare un gruppo di ribelli che grazie all’aiuto di alcuni hacker riescono a decriptare i codici di accesso ad Elysium. Per ottenere ciò dovranno rapire il direttore della fabbrica e estrapolare dal suo cervello i codici criptati. La situazione poco a poco si evolve fino a polarizzare da una parte tutti i diseredati della terra e dall’altra il governo della spietata Jessica Delacourt, presidente di Elysium (impersonata dalla bravissima Jodie Foster), che non esiterà a ricorrere a qualsiasi arma anche all’utilizzo di cyber-killer prezzolati pur di impedire l’accesso dei flussi migratori sul pianeta, scontrandosi su questo tema persino con l’ala moderata del governo che rappresenta.

L’obiettivo dei rivoluzionari è infine rovesciare il governo e permettere a tutti di poter accedere a Elysium.

Neil Blomkamp, regista sudafricano, non è la prima volta che attraverso il genere fantascientifico propone il tema del riscatto degli emarginati (basti ricordare il suo altrettanto meraviglioso District 9), dove la speranza e la possibilità di vincere sono sempre un tema costante.

La situazione, e gli ambienti descritti, per ritornare al mondo “reale”, ci rammentano direttamente le zone speciali o meglio quei luoghi “fortificati” che in sudamerica ma anche in alcuni paesi africani, garantiscono sicurezza e comfort alle minoranze privilegiate.

Ma se, ad esempio, nel famoso film “La zona” del regista Rodrigo Plà ( film del 2007, girato in Messico ) non c’è spazio per la speranza poiché nella società descritta dall’autore la corruzione colpisce e coinvolge chiunque senza distinzione, ricco o povero che sia, nei film di Blomkamp viceversa la capacità di riscatto attraverso l’azione collettiva e solidale è sempre una costante; dove è soprattutto l’amore e non l’odio a rappresentare il movente della rivolta.

La fantascienza, anche in questo caso, si rivela la forma d’arte per eccellenza che ormai quasi tutti gli artisti, anche non necessariamente anarchici (scrittori, registi, artisti figurativi ecc.) utilizzano per descrivere un mondo sempre più mercificato, dove la polarizzazione di classe assume aspetti parossistici, dove la differenza è semplicemente fra chi sta dentro (i pochi) e chi sta fuori (la stragrande maggioranza) destinato a soccombere, ma che grazie alle condizione di emarginazione estrema riesce a rivalutare a poco a poco la possibilità dell’azione solidale e collettiva per emanciparsi e lottare.

Allo stesso tempo in gran parte del genere Fantascientifico, nella sua forma cinematografica o letteraria, la lotta di classe resta il motore della storia e dell’agire umano oggi più che mai, pur assumendo aspetti nuovi ma dalle radici sempre eterne e, attraverso i suoi autori, in questo caso Blomkamp ( ma non dimentichiamo anche altri artisti e autori del passato come Ursula LeGuinn, Allen Steele, Jack London, Fritz Lang e , perché no, anche Suzanne Collins con i suoi hunger games) ci descrive la rivolta e la ribellione come l’unica arma che resta a chi non ha da perdere nulla , nemmeno la sua vita, destinata, secondo gli “inclusi”, i potenti , i super ricchi, a esaurirsi fra gli stenti e le privazioni.

La lotta di classe diventa così anch’essa uno dei temi portanti del genere fantascientifico che attraverso l’immaginario di mondi futuri ci parla, attraverso le sue metafore e le sue allegorie, del mondo di oggi, dove la rivolta e la lotta di classe, benché negate o relegate dalla narrazione dominante in un passato nostalgico, assumono un aspetto centrale e determinante.

Flavio Figliuolo

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