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Umanità Nova 2020 ed oltre

Umanità Nova 2020 ed oltre

Le redazioni di Umanità Nova sono nominate ed operano in base ad un mandato imperativo che riceve dal Congresso della Federazione Anarchica Italiana. Nella fattispecie, l’ultimo congresso svoltosi a Massenzatico (RE) che ha nominato la presente redazione ha portato avanti un percorso già avviato al Congresso precedente, svoltosi a Roma, che prevedeva la trasformazione del giornale verso un settimanale di approfondimento e analisi.

Umanità Nova, prima del Congresso della F.A.I. di Roma, oltre che riportare la voce dell’anarchismo sociale, svolgeva una funzione di conoscenza reciproca delle attività dei gruppi territoriali – una funzione che è stata davvero importante data la chiusura dell’informazione di regime verso le attività del movimento. La nascita della comunicazione digitale, di cui per altro il nostro giornale si avvantaggiava già dalla fine degli anni novanta con la creazione del primo sito, ospitato sulla piattaforma di ECN – Isole nella Rete, però, aveva gradatamente svuotato sempre più di utilità questo compito che il settimanale svolgeva. Di conseguenza, dopo un ricco e pluriennale dibattito interno, si è deciso di operare una trasformazione radicale del settimanale: far lavorare in tandem la versione cartacea/pdf di Umanità Nova e quella in rete, riservando a quest’ultima la pubblicizzazione delle attività di movimento e dando alla prima un compito di settimanale di approfondimento delle notizie e di dibattito teorico.

Ovviamente anche gli articoli del “cartaceo” vanno in rete – uno/due subito, gli altri dopo una settimana circa. Nel frattempo, oltre al sito web di Umanità Nova in senso stretto, era nata anche una pagina Facebook dedicata al settimanale che con la sua nuova impostazione ha visto un successo inaspettato, passando da un migliaio circa di followers ad oltre sedicimila al momento in cui scriviamo, allargando in maniera considerevole la platea dei lettori del settimanale. A questo si aggiunge la presenza di un canale telegram (@uenne) e la presenza sulla piattaforma di social networking autogestito e federativo mastodon (sull’istanza mastodon.bida.org).

Come già parecchie redazioni precedenti, la redazione attuale è collegiale, nel senso che non è composta da comp* che vivono in una zona geografica ristretta e facenti parte di un gruppo, che quindi si possono vedere fisicamente di persona, bensì da sei comp* che vivono dal sud al nord della penisola, sia individualità che appartenenti a gruppi locali. Le riunioni di redazione si svolgono pertanto tramite Skype ed una chat Signal. Il menabò del settimanale viene pensato il lunedì sera, si distribuiscono i compiti – scrittura e reperimento degli articoli sui temi che si è deciso di trattare, contatto con collaboratori esterni, coordinamento con la redazione web e l’amministrazione, eccetera – e si fa il punto della situazione sulla chat il mercoledì sera e nei giorni successivi, la domenica il giornale viene impaginato e spedito alla tipografia e alla redazione web, che si occupa di mandarlo via mail agli abbonati alla versione pdf. La redazione web, composta da tre compagni anch’essi dal nord al sud dell’Italia, si occupa della gestione del sito, che a breve subirà importanti modifiche per adeguarlo al nuovo ruolo, e dei canali social. Da non dimenticare poi il compito dell’amministrazione: non è un semplice ruolo tecnico, in quanto la gran parte degli abbonati e dei distributori si interfaccia con essa per porre questioni che poi vengono affrontate dalla redazione.

Infine, una considerazione su Umanità Nova in generale. Siamo qui a celebrarne il centenario e siamo anche la più antica pubblicazione della sinistra: testate che sono state ben più note e diffuse hanno fatto, tutte, una fine a dir poco indecorosa. Perché siamo ancora qui? Una prima risposta consiste nel fatto che, per ovvi motivi, l’anarchismo ha resistito in maniera egregia alla disgregazione della sinistra marxista e socialdemocratica avvenuta sotto i colpi dell’egemonia ideologica del neoliberismo e della caduta del terzointernazionalismo dell’era dei blocchi. Cè però anche un altro aspetto da considerare: Umanità Nova – almeno nella versione cartacea – è espressione diretta e non mediata di una comunità di comp* – tra chi lo legge, chi ci scrive, chi lo distribuisce, chi lo amministra, chi ne è redattore, il che fa sì che questa comunità la sente propria e, nel momento del bisogno, la difende con le unghie e con i denti. Il che, alla lunga, è stato molto più importante dei finanziamenti pubblici e della pubblicità commerciale su cui le altre riviste della sinistra si sono fondate e che Umanità Nova ha del tutto rifiutato fin dai suoi inizi. Una storia tutt’altro che finita, insomma.

Redazione

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