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La libertà in quarantena

La libertà in quarantena

Su diversi quotidiani on line è stato pubblicato il video (ripreso da un telefonino) di un pestaggio di un giovane, da parte di due finanzieri che lo avevano fermato per un controllo, avvenuto la settimana scorsa a Lastra a Signa (Firenze). Nel video si vedono i due che prendono il malcapitato per il collo e, dopo averlo riempito di pugni sulla schiena e calci alle gambe, lo buttano a terra e lo ammanettano, con uno dei due che gli mette un piede sopra la testa e l’altro che glielo mette sul polso ammanettato, strappandogli alla fine anche la mascherina. Mentre lo picchiano, per tutta la durata del video, si sentono le voci di persone dalle finestre che urlano di smetterla, che se continuano così lo ammazzano (si sente anche qualcuno che grida il nome di Riccardo Margherini e Federico Aldrovandi), li avvertono che li stanno riprendendo e i due sbirri niente: giù botte.

A far scattare la violenza, secondo quanto ha riferito ai giornali locali la vittima (un 26enne di origini cubane), sarebbe stato il fatto che,  quando gli avevano chiesto i documenti, lui aveva «mostrato la carta di identità a distanza perché l’uomo che me la domandava non indossava i guanti». Il motivo del controllo sarebbe stato ovviamente verificare se il giovane, che abita a poche decine di metri dal luogo del pestaggio avesse “i motivi di necessità” che consentono alle persone di uscire dalla propria casa in questo periodo di lockdown determinato dall’emergenza Coronavirus. Lo scopo di questi controlli sarebbe di verificare che le persone rispettino il distanziamento sociale che permette di arginare la diffusione del virus.

A vedere il video, l’unico che rispetta il distanziamento sociale è proprio il povero 26enne che, infatti, non è stato denunciato per violazione delle norme sulla quarantena, ma per “resistenza a pubblico ufficiale” (un’espressione del gergo giuridico che, tradotta in italiano, significa “aver preso le botte dagli sbirri”). Ai due pubblici ufficiali invece, di arginare il coronavirus e della quarantena non sembra importare molto visto che lo prendono e lo picchiano a mani nude, gli urlano insulti a pochi centimetri dalla faccia e alla fine gli strappano anche la mascherina e fanno tutto questo in pieno giorno, con la massima disinvoltura davanti a testimoni che dalle finestre gli urlano contro e gli dicono anche che li stanno riprendendo.

Il Covid-19 è un virus potenzialmente letale apparso da pochi mesi sul nostro pianeta, che si trasmette per via aerea e che ha scatenato una pandemia che è sicuramente l’evento di più ampia portata avvenuto nella storia umana dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a ora. Visto che si è capito ancora relativamente poco di come si trasmette, che non esiste un vaccino (e non si sa neanche se potrà mai esistere) e che non ci sono ancora farmaci efficaci, è ben più che sensato che, per cercare di arginarlo, si debbano rispettare scrupolosamente tutta una serie di comportamenti come mantenersi sempre a un paio di metri di distanza gli uni dagli altri, indossare le mascherine quando si entra negli spazi chiusi o quando ci si trova in luoghi molto frequentati, mettersi i guanti quando si va al supermercato, evitare gli eventi affollati, ecc.

Che per un po’ ci dovremo scordare cinema e feste danzanti in questa situazione è molto facile da capire e quindi anche da accettare. È molto difficile da capire invece, ad esempio, perché una persona non possa stare da sola in una enorme spiaggia deserta. Eppure, abbiamo visto tutti video di runners che vengono inseguiti sulla spiaggia da squadroni di sbirri a piedi (è successo a Pescara e il tipo è riuscito pure a seminarli, salvo essere beccato dopo “una caccia all’uomo” che ha impiegato “decine di pattuglie”), bagnanti solitari assaltati da motovedette (è successo in provincia di Siracusa) o da elicotteri militari (è successo a Mondello, vicino a Palermo). La leghistissima Barbara D’Urso durante le vacanze pasquali ha dedicato una puntata di una sua trasmissione pomeridiana su Canale 5 all’inseguimento in elicottero di un reprobo sorpreso a passeggiare da solo lungo un sentiero della Laguna di Venezia, trasformato in un nemico pubblico peggio di Al Capone appena tornato dal Massacro di San Valentino.

Credere, obbedire e combattere non è mai stato così facile come in questo momento: basta starsene rinchiusi in casa sepolti da tonnellate di carta igienica di scorta (acquistata possibilmente on line) a schiumare di rabbia e di invidia perché fuori ci sono ancora persone che vanno a comprare il pane o il giornale o che, addirittura, vanno a correre o a passeggiare, per non parlare poi delle mamme o dei papà o dei nonni che si permettono di andare in giro in compagnia di un bambino invece che di un cane.

In molti paesi europei, seguendo peraltro le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le autorità sanitarie raccomandano alle persone di stare all’aria aperta almeno un’ora al giorno (per questo durante la quarantena in Austria hanno deciso di allungare l’orario di apertura dei parchi, mentre nel Regno Unito ci sono strade vietate alle auto per permettere alle persone di poter fare jogging tenendo le distanze), anche perché stare al sole è il modo più efficace per sintetizzare la vitamina D (fondamentale per il nostro organismo), e tenere in forma il proprio sistema immunitario in tempi di epidemie è una di quelle cose di più grande buon senso, tipo mantenere le distanze, mettersi la mascherine, ecc.

In Italia, invece, – in Sicilia per decreto del fascistissimo Governatore Musumeci e in Campania per decreto del Pci-Pds-Pd De Luca – è permesso uscire di casa solo per andare a fare la spesa o per lavorare, e sono espressamente proibite tutte le attività motorie, mentre quasi tutti i sindaci delle zone rurali e montane hanno chiuso i sentieri, gli argini dei fiumi, le strade forestali e campestri, qualcuno anche le piste ciclabili. In Toscana, uno dei pochi sindaci che s’è rifiutato di chiudere sentieri, ecc. ha detto che lo avrebbe fatto quando qualcuno gli avesse spiegato come fosse possibile che sia più facile evitare le altre persone camminando sullo stesso marciapiede tra i palazzi piuttosto che in una strada in mezzo ai campi. Per fortuna dei suoi concittadini, nessuno è ancora riuscito a spiegarglielo.

Sulla FAQ del sito governativo Governo.it c’è scritto che «è giustificata ogni uscita dal domicilio per l’attività sportiva o motoria all’aperto» purché «svolta individualmente e in prossimità della propria abitazione» ma non c’è scritto da nessuna parte cosa s’intende per “prossimità”. Tutti pensiamo che s’intenda 200  metri, ma questo limite veniva indicato solo da un’ordinanza della Regione Veneto che, peraltro, è stata ritirata una settimana dopo. Cosa permettere e cosa non permettere è totalmente lasciato alla discrezione degli sbirri che ti fermano ai posti di blocco, che pattugliano tutte le strade della Penisola e che vedono mobilitate insieme forze di polizia, forze armate e vigili urbani. Così ci sono persone che sono state multate perché sorprese a prendere il sole sull’uscio di casa, altre che sono state multate perché sono andate a comprare il pane 100 metri più in là del supermercato più vicino (anche se, a rigor di decreto, l’unico limite per andare a fare la spesa dovrebbe essere rimanere all’interno del proprio comune), riders multati perché stavano fermi in strada ad aspettare le ordinazioni.

La quarantena iniziata con l’orrido spettacolo degli alienati che appendevano il tricolore alle finestre e cantavano l’Inno di Mameli (che, su questo ha ragione Salvini, sono e son sempre stati roba da fascisti e da leghisti) s’è rapidamente trasformata nella più gigantesca operazione di polizia mai vista nella storia del nostro paese. L’ultimo report pubblicato sul sito del Viminale informa che, solo dall’11 marzo all’11 aprile, le forze di polizia hanno controllato quasi 7 milioni di cittadini e le sanzioni sono state 265.173. Attribuire la diffusione del Coronavirus alle “troppe persone in giro” è sicuramente utile a scaricare le colpe dei governanti che non hanno saputo affrontare la situazione (e infatti in cima alla lista dei nemici di quelli che escono c’è il Governatore Fontana che è uno dei massimi responsabili del disastro che ha fatto diventare la Lombardia la regione al mondo con più morti per Covid-19).

Queste condizioni di quarantena così dure e così arbitrarie sono però altrettanto utili a far ritornare le persone docilmente al lavoro. Le persone che incontravi qualche settimana fa e che ti dicevano che purtroppo andavano ancora a lavorare, adesso ti dicono che per fortuna vanno ancora a lavoro, perché tra lo stare agli arresti domiciliari e il rischiare di ammalarsi è meglio rischiare di ammalarsi.

Il Covid-19 ci sta trasportando in un salto nel futuro e nessuno di noi può prevedere cosa sarà il mondo tra soli pochi mesi. I governanti e i padroni ci stanno allestendo un incubo totalitario in cui saremo tutti super-controllati e sul nostro menù ci sarà scritto soltanto: produci-consuma-crepa. Ma i Clash ci hanno insegnato che “il futuro non è ancora scritto”. Quelli che berciano sui social e dalle finestre contro le mamme che portano a spasso i figli, lasciamoli rinchiusi nelle loro case sepolti sotto tonnellate di carta igienica di scorta: sono soltanto cani (obbedienti) che abbaiano. Noi usciamo (con qualunque scusa, per qualunque motivo), manteniamo le distanze e dietro le mascherine cerchiamo sguardi di solidarietà, di complicità, di voglia di libertà. Anche ribellarsi non è mai stato così facile, basta aprire la porta…

Robertino

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