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Sul “distanziamento sociale”

Sul “distanziamento sociale”

Nel 1939, mentre il mondo di lì a poco sarebbe stato precipitato dai potenti nell’immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale, Mario Consiglio e Mario Panzieri componevano testo e musica di una classica “canzone della fronda”: un testo apparentemente innocente ma facilmente interpretabile in termini di critica/sfottò del regime. Stiamo parlando di “Maramao Perché Sei Morto” che, infatti, venne riconosciuto come tale dal regime e censurato quasi da subito.[1] Il ritornello della canzone è quello che qui ci interessa:

Maramao perché sei morto? / Pane e vin non ti mancava / l’insalata era nell’orto / e una casa avevi tu.

Nel 1939 le generazioni che avevano vissuto ed erano sopravvissute alla spaventosa tragedia della pandemia influenza cosiddetta “spagnola”[2] ed ora vedevano l’approssimarsi di un nuovo conflitto mondiale erano la maggioranza della società: i due autori stessi (anni di nascita rispettivamente 1907 e 1911) ne erano parte. Cosa c’entra la “spagnola” con le frasi della canzoncina? Vediamolo subito.

Negli ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale si diffuse rapidamente in tutto il mondo, aiutata in questo anche dall’enorme flusso dei reduci che tornavano alle loro case che, spesso, si trovavano in altre nazioni o addirittura continenti, una influenza che contagiò approssimativamente un terzo dell’umanità uccidendo almeno cinquanta milioni di persone, forse addirittura il doppio: molte più dello stesso confitto mondiale che, anche secondo le stime maggiori, restò sotto i venti milioni di vittime.[3]

Oggi abbiamo ritrovato e ricostruito il virus responsabile della Spagnola: ci si aspettava di trovare in esso caratteristiche particolarmente letali, ma ciò non è stato.[4] Di conseguenza gli studi più recenti sono giunti alla conclusione che, in sé, l’infezione virale era certo aggressiva ma non particolarmente rispetto ad altre gravi influenze precedenti: le ricerche recenti, allora, hanno puntato l’attenzione sulle circostanze storico-sociali in cui l’influenza si sviluppò. Il Primo Conflitto Mondiale, infatti, aveva ammassato nelle trincee decine e decine di milioni di persone in condizioni di vita allucinanti, senza un vero e proprio tetto sulla testa ed in condizioni igieniche pressoché inesistenti, mentre condividevano con il mondo intero una situazione di denutrizione di lungo periodo in cui già si erano sviluppate altre malattie mal curate e la stessa igiene, anche fuori dei campi di battaglia, era notevolmente peggiorata. La “spagnola”, insomma, avrebbe compiuto una simile strage anche – non solo ma anche – in quanto avrebbe agito su organismi enormemente debilitati.[5]

L’esatto contrario, insomma, di pane, vino, insalata nell’orto ed il tetto sulla testa della canzoncina: tra l’altro, oggi sappiamo che i risultati delle recenti ricerche, di cui abbiamo testé accennato, erano state largamente intuiti già all’epoca immediatamente successiva ai fatti [6] e, pertanto, erano entrati nella coscienza comune in quelle generazioni. In quel momento storico, la morte improvvisa di chi aveva una condizione di vita sicura era cosa di cui stupirsi e, certo, la prospettiva di una nuova guerra mondiale in cui ritornare alle condizioni della prima spaventava di sicuro. Quelle generazioni, alla fine, sono state fortunate – si fa per dire, dato quello che avevano passato[7] – in quanto durante il conflitto e nei primi anni del secondo dopoguerra non si svilupparono influenze con un grado di pericolosità elevato che agendo su organismi fortemente debilitati dessero luogo ad una nuova “spagnola”.

Senza togliere ma nemmeno aggiungere nulla alla letalità in sé della malattia indotta dal COVID-19, è indubbio che una qualche assonanza con gli eventi sanitari del primo dopoguerra la possiamo facilmente trovare. Certo, non c’è stata la temuta Terza Guerra Mondiale ma, negli ultimi quarant’anni, dopo il periodo dello Stato Sociale risultato delle conquiste delle lotte proletarie seguite alle Resistenze, è in atto una guerra di classe a livello internazionale: quella che all’inizio venne definita la ”rivoluzione capitalista”.[8] In questi ultimi quarant’anni, infatti, i livelli di vita delle classi proletarie – nelle quali sono rientrate, grazie alle politiche neoliberistiche ed alla Terza Fase della Rivoluzione Industriale basata sugli elaboratori elettronici gran parte di quelle che erano le classi medie – sono gradatamente venuti meno, al punto che, per la prima volta da decenni e ben prima dell’attuale pandemia, l’aspettativa media di vita sta calando anche nei paesi del cosiddetto “primo mondo”.[9] In questo periodo, infatti, dove più dove meno, i redditi e la loro sicurezza, i servizi sociali in genere e particolarmente quelli sanitari e le condizioni igieniche generali sono crollati vertiginosamente.

Per far ciò, i processi di controllo repressivo contro la resistenza della grande maggioranza dell’umanità al peggioramento delle sue condizioni sono stati aumentati sempre di più: di anno in anno, i diritti civili, politici e sindacali sono stati erosi sempre di più. In quest’ottica anche parole apparentemente neutre mostrano una linea politica ed una forma mentis davvero molto pericolosa, di cui spesso non ci accorgiamo nemmeno – tanto, purtroppo, ne siamo abituati.

Giungiamo allora al punto: perché sentiamo ripeterci all’infinito, persino all’interno del mondo della medicina, per indicare i processi legati al rallentamento della diffusione delle pandemie, di “distanziamento sociale” e non di “distanziamento sanitario”, come sarebbe più logico dire? Perché è stata scelta una simile terminologia invece dell’altra decisamente più neutra e strettamente legata alla questione?

Il problema è che la dizione di “distanziamento sanitario” lascia meno libertà d’azione agli aspetti repressivi che i governi mettono in atto riparandosi dietro le emergenze medico-sanitarie – quanto meno le rende meno giustificabili. Prendiamo come caso paradigmatico la sospensione del diritto di sciopero in Italia: si era obbligati a restare in casa ma non se si doveva andare al lavoro – in quel caso si era obbligati ad uscire. La cosa ovviamente non ha alcun senso dal punto di vista del distanziamento sanitario, anche nel caso dei “servizi essenziali”, dato che le leggi assai restrittive sul diritto di sciopero non avrebbero certo permesso scioperi ad oltranza. Ne ha, invece, parecchio dal punto di vista del distanziamento sociale, della volontà di separare le persone dal punto di vista delle loro capacità di organizzazione autonoma e contraria agli interessi dei potentati economici e governativi. In questa logica rientrano anche le tante piccole incongruenze con gli aspetti propriamente sanitari della necessità di contenere la diffusione della pandemia: caso paradigmatico è stato quello dei runners solitari o delle frenesie autoritarie di un po’ di governatori, dove il parametro sanitario era a zero, quello di obbligo di accettare senza discutere, qualunque esse siano, le indicazioni dell’autorità invece a mille.

Oggi va detto a gran voce che il distanziamento sociale così inteso cozza direttamente con le necessità di un distanziamento sanitario e, più in generale, con il diritto alla salute pubblica. Come dicevamo, l’attacco ai diritti civili, politici e sindacali è stato parte integrante di quella guerra di classe contro le classi lavoratrici a livello planetario, attacco di macelleria sociale che ha condotto alla situazione odierna. Se vogliamo non dico la Rivoluzione Sociale – il che non sarebbe male e certo una soluzione definitiva a questa e molte altre questioni – ma anche solo una condizione di vita generale e servizi sanitari decenti occorre che iniziamo a lottare contro lo stato di cose presenti. Perché l’unione e le lotte sociali sono la migliore arma anche contro le pandemie – presenti e future.

Enrico Voccia

NOTE

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Maramao_perch%C3%A9_sei_morto%3F | https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=47680

[2] In realtà ebbe origine negli Stati Uniti d’America, passo poi nell’Europa sconvolta dal Primo Conflitto Mondiale e solo relativamente tardi giunse nella Spagna neutrale. Qui però non esisteva la censura di guerra, per cui le prime notizie vennero da lì e si credette a lungo a livello popolare che la micidiale influenza fosse nata in quel paese.

[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Influenza_spagnola

[4] https://www.cdc.gov/flu/pandemic-resources/1918-pandemic-h1n1.html

[5] https://academic.oup.com/jid/article/196/11/1717/886065?ijkey=614ae92d129f5e88f0f43a56a558439b3a9f6a4b&keytype2=tf_ipsecsha | https://academic.oup.com/jid/article/195/7/1018/800918

[6] https://oadoi.org/10.1001/jama.1919.02610100028012 | https://jid.oxfordjournals.org/content/24/6/594.full.pdf+html?ijkey=331296379d59785f2cec644f374c4410e4f22e87&keytype2=tf_ipsecsha

[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale. Si veda in particolare il computo di morti, feriti, mutilati.

[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Neoliberismo

[9] https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2018/10/17/salute-globale-calo-aspettativa-vita-2040 | http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=75689

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