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Black Lightning e la Figlia “Statuaria”

Black Lightning e la Figlia “Statuaria”

In questi ultimi numeri, Umanità Nova ha affrontato la questione delle vestigia di un passato inquietante, controversia che si è evidenziata sia nel belpaese con la questione della statua milanese dedicata all’ineffabile, anzi per dirla tutta oggettivamente discutibile Indro Montanelli, sia soprattutto all’interno della enorme rivolta sviluppatasi nella società statunitense dopo l’assassinio di George Floyd, dove la questione della rimozione delle statue dedicate a personaggi a dir poco razzisti è stato uno dei punti che si sono evidenziati.

La faccenda, nella società statunitense, non è però cosa nuova: la questione delle statue dedicate a personaggi caratterizzati da una forte impronta razzista è da tempo all’attenzione dei movimenti antirazzisti ed antifascisti, al punto tale da entrare nella cultura popolare fumettistica e delle serie televisive a stelle e strisce. Stiamo parlando di un aspetto della vicenda del supereroe nero Black Lightning e della famiglia (in senso letterale) di persone dai superpoteri che lo affianca nelle sue avventure.

Fulmine Nero (Black Lightning), al secolo Jefferson Pierce, è un personaggio dei fumetti DC Comics nato nel 1977 e poi, dopo la chiusura della serie a lui dedicata, a partire dal 1983, entrato a far parte degli Oursiders, la squadra di supereroi con a capo Batman. Nella sua identità segreta, Black Lightning è il preside di una scuola superiore statunitense (diventerà poi addirittura Segretario dell’Educazione del governo degli Stati Uniti) in un quartiere “problematico”, è sposato con una ricercatrice da cui ha avuto due figlie – Jennifer ed Anissa Pierce. La particolarità delle avventure della famiglia Pierce consiste nel fatto che le figlie, man mano che crescono, cominciano a sviluppare anch’esse superpoteri e cominciano a fare squadra col padre (alla lettera, una famiglia di supereroi…). La serie a fumetti, come dicevamo, non ebbe grande successo. La sua versione televisiva, invece, iniziata nel 2018, lo ha avuto, è arrivata alla terza stagione e si parla di una quarta possibile stagione.

Veniamo però alla questione delle statue. Anissa Pierce, la figlia maggiore di Jefferson, è una militante politica che partecipa a numerose manifestazioni antirazziste; lesbica, si lascia intendere anche se non molto chiaramente che si muove anche nel mondo del transfemminismo. Il giorno in cui scopre di avere anch’essa dei superpoteri[1] la mattina ha partecipato ad una manifestazione contro la presenza di una statua nel cortile dell’università che frequenta dedicata ad un razzista e la sera, tornata da sola sul piazzale della statua, in un impeto di rabbia la distrugge. La distruzione della statua è, pertanto, il punto di partenza della sua trasformazione in supereroina: tra l’altro la sua stessa figura è “statuaria” e viene molto apprezzata dai commenti maschili sui social media – cosa che lei invece apprezza fino ad un certo punto…

La presenza di una tematica simile all’interno di una serie televisiva di largo consumo (non siamo certo al livello artistico di Mr Robot, di Dark o di Snowpiercer) è pertanto indicativa del fatto che la questione della rimozione delle statue non è certo nata con l’ultima rivolta ma è da tempo all’ordine del giorno dei movimenti di opposizione: è solo travalicata dai confini statunitensi per approdare alla conoscenza dei cittadini degli altri paesi.

Enrico Voccia

NOTE

[1] Per la cronaca, i poteri da meta-umano del padre Jefferson consistono nel lanciare fulmini, saette e scariche elettriche di colore blu (di qui il nome di “Fulmine Nero”), è un abile praticante di arti marziali e il suo costume gli permette di volare; Anissa scopre di essere dotata di una forza sovrumana e viene allenata dal padre nelle arti marziali; infine Jennifer eredita sostanzialmente gli stessi poteri del padre ma ad un livello superiore.

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