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Libertà vigilata

Libertà vigilata
Il 2 dicembre c.a., il webmaster che gestisce per conto del Comune di Pordenone il servizio “Associazioni online” invia una mail alle associazioni iscritte alla suddetta iniziativa per metterle a conoscenza che sono state aggiornate le regole d’uso del servizio medesimo.
Premesso che l’unilateralità e il tono categorico delle nuove regole, decise senza un reale coinvolgimento dei soggetti ai quali il servizio è diretto, non trova corrispondenza con lo stesso obiettivo dichiarato nel cappello introduttivo di “valorizzare la funzione dell’associazionismo come momento di partecipazione dei cittadini alla vita della comunità, come manifestazione di impegno civile e sociale”, ci preme evidenziare alcuni passaggi preoccupanti del regolamento dove si fa concreta l’intenzione di soffocare la pluralità e la varietà del tessuto culturale locale per imporre la prospettiva totalitaria di un pensiero unico.
Al punto 4 del regolamento (“Quali contenuti è consentito pubblicare”), si definiscono i termini e i limiti per la pubblicazione dei contenuti relativi all’attività delle associazioni. Come riportato nel testo, “non è ammessa la pubblicazione di eventi e iniziative a carattere politico e che non siano in conformità con gli obiettivi istituzionali dell’amministrazione comunale, la quale si riserva la possibilità di rimuovere o non pubblicare determinati contenuti proposti dalle associazioni ove ritenga che questi non rispettino le regole sopra elencate”.
Siamo al paradosso! Se tra gli obiettivi istituzionali di un’amministrazione comunale c’è la partecipazione dei propri cittadini alla vita civile e sociale, e cioè alla vita politica, non comprendiamo come la stessa amministrazione comunale neghi lo spazio a chi rende concreta questa partecipazione.
Non ci è difficile immaginare quale misera idea della democrazia possono avere gli autori di queste azioni di censura preventiva. Per i nostri amministratori, abituati a gestire i beni comuni come se fossero di loro proprietà, la politica è un’attività che spetta solo ad una ristretta cerchia di persone, ad una casta di professionisti della politica, completamente dissociata dai problemi reali dei cittadini e intenta a sostenere solo i propri interessi e di chi li finanzia.
Già in passato siamo stati testimoni di cosa significa “non essere compatibili con le finalità sociali, culturali ed etiche della pubblica amministrazione” e più di qualcuno si è visto negare una sala pubblica, oppure è stato denigrato, insultato e ostracizzato solo perché la sua attività era sgradita al podestà di turno.
Ma l’arroganza di chi detiene il potere la conosciamo bene e non ci facciamo per questo intimidire.
Non saranno le loro meschine attività di censori a farci desistere dalla nostra volontà di perseguire i nostri obiettivi di giustizia e libertà sociale.
Ribadiamo che il nostro impegno culturale è anche impegno politico, perché esso non è qualcosa di astratto e completamente slegato dalla realtà, ma nasce nella nostra pratica di tutti i giorni, che è azione di lotta per l’emancipazione e la liberazione dell’umanità intera dalla schiavitù e dall’oppressione.
Circolo “Emiliano Zapata” – Pordenone

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