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8 dicembre, a Susa

8 dicembre, a Susa

notavvenaus

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana fa proprio l’appello della Federazione torinese. La Federazione Anarchica Italiana e le realtà federate nelle proprie località sono sempre state al fianco del Movimento No TAV, partecipando alle numerose scadenze di lotta. Ora, che con la scusa dell’emergenza governo, partiti, truppe di occupazione e speculatori cercano di mettere a tacere la voce dell’opposizione, la Commissione di Corrispondenza invita le realtà federate a ribadire il proprio impegno, aderendo, partecipando e organizzando la partecipazione alla manifestazione che si terrà martedì 8 dicembre a Susa. Sosteniamo la lotta NO-TAV! Disertamo lo stato di guerra!

L’8 dicembre 2015 è il decimo anniversario della rivolta contro il TAV.
Dieci anni dopo quel dicembre il movimento No Tav è ancora in lotta contro l’imposizione della nuova linea ad alta velocità. Una lotta durissima, segnata da arresti, processi, condanne, botte e lacrimogeni. Una lotta popolare segnata dalla forza di chi sa che il proprio futuro non si delega, che, oggi come allora solo l’azione diretta, senza deleghe, senza passi indietro, può creare le condizioni per fermare ancora una volta la corsa folle, di chi antepone il profitto alla vita e alla libertà di tutti.
Dieci anni fa il movimento, dopo due giorni di blocchi, salì in corteo verso Venaus, e continuò a salire dopo le cariche al bivio per poiprendere i sentieri e scendere verso la piana di Venaus. Il cantiere venne accerchiato, le recinzioni abbattute, la polizia fece dietro front.
Le olimpiadi erano alle porte, il governo chiamò i sindaci e mise su un tavolo di trattative. Per qualche politico fu l’occasione per una nuova carriera, il governo prese tempo, sperando che il movimento si sfaldasse, accettando una nuovo progetto, sponsorizzato anche dalle istituzioni locali.
Sbagliò i conti. I voltagabbana, gli ambigui e i tiepidi tra i sindaci non hanno indebolito il movimento, che ha continuato a manifestare la propria opposizione all’opera negli anni della tregua.
Tra il 2010 e il 2011 la tregua finì. La parola passò alle armi. Il governo impose con la forza l’apertura del cantiere per il tunnel geognostico a Chiomonte. Quel tunnel doveva essere finito nel dicembre del 2015, ma è solo a metà. L’area si è trasformata in un fortino militarizzato, i sentieri sono percorsi da uomini in armi. L’illuminazione
notturna è impressionante. Quel cantiere è una ferita aperta nella montagna, l’emblema della volontà di piegare con la forza un movimento che non si è mai arreso, un movimento che non ha mai accettato di ridursi a
mero testimone dello scempio.
Dai giorni della Libera Repubblica della Maddalena, passando per l’assedio del tre luglio, non c’è stato giorno in cui i No Tav non abbiano lottato contro la violenza di Stato. Anche il lavorio della politica non è mai venuto meno. Il ministro delle infrastrutture sta aprendo un tavolo per discutere di compensazioni.
Nella neolingua della politica le compensazioni avranno un nuovo nome, ma la sostanza non cambia. I sindaci No Tav che siederanno a quel tavolo si salvano la faccia, il governo presenta un volto dialogante, magari butterà
sul tavolo una manciata di quattrini, purché non si discuta del treno. La prima riunione di quel tavolo è stata prudentemente fissata all’indomani della manifestazione nazionale da Susa a Venaus promossa dal movimento l’8 dicembre.

L’8 dicembre 2015 sarà molto più di dell’anniversario di una rivolta vittoriosa. Sarà l’occasione per mettere in campo la forza politica necessaria a bloccare e rendere vani i giochi della politica istituzionale.
La lotta continua. Senza deleghe e senza mediazioni.
L’8 dicembre i compagni e le compagne della FAT saranno in piazza per ripercorrere le strade già solcate dieci anni fa. Allora fummo parte di un momento di rottura, cui hanno guardato in tanti in ogni dove. Oggi come allora facciamo appello ai compagni e alle compagne della Federazione per costruire insieme uno spezzone anarchico al corteo.
Le iniziative per i dieci anni della rivolta cominceranno venerdì 4 e continueranno sino all’8 dicembre.


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