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Intensificare le lotte

Intensificare le lotte

E’ bellissimo che migliaia di studenti siano in piazza in tutto il mondo in difesa del pianeta e contro chi ha il potere economico e politico, e si comporta in maniera miope e incosciente, distruggendo l’ambiente per i propri immediati interessi. Al di là delle considerazioni sui problemi climatici e sul fatto che sia o meno pensabile e legittimo che i problemi ambientali (non solo quelli climatici) li possano, o li debbano risolvere quelli che li hanno creati, ovvero, gli uomini che detengono il potere economico e politico, pensiamo che le lotte ecologiche debbano cambiare registro.

Pensiamo che la lotta da fare non possa consistere semplicemente nella richiesta di una maggiore coscienza ecologica a chi governa.

Sto parlando di ecologia, non di ambientalismo. Quello che interessa l’ambientalismo è mettere al servizio dell’uomo il suo habitat, quello che è conosciuto come un insieme passivo di “risorse naturali” e “risorse urbane” che la gente utilizza. […] L’ecologia è invece, nel suo aspetto migliore, una scienza artistica – o un’arte scientifica – è una forma di poesia che riunisce scienza ed arte in un’unica sintesi.

L’attuale disastro ambientale non è un anomalia del sistema, è il sistema! Pensiamo che fin da ora occorra, non solo una seria lotta ambientale contro chi inquina, ma sopratutto creare le basi culturali per un altro assetto sociale. Chiedere la “decentralizzazione” senza l’autogestione, cioè senza libertà di partecipazione ai processi decisionali a tutti i livelli e senza proprietà, produzione e ripartizione comune dei mezzi materiali a seconda delle necessità individuali, sarebbe puro oscurantismo.

Questo mondo è figlio diretto di un sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente, non possiamo pensare che si possa mantenere questo sistema, queste industrie, questo “progresso” questa “civiltà” e contemporaneamente vivere senza distruggere il nostro pianeta.

Il concetto per cui l’uomo è al centro dell’universo, e la natura è al suo servizio, è un retaggio religioso, fatto proprio anche dal pensiero moderno, liberale o marxista che sia. Niente di più sbagliato! L’uomo non è al di sopra della natura, ne fa semplicemente parte! Purtroppo, attualmente, l’essere umano non è la parte migliore del globo, gli uomini fanno le guerre e vivono nel lusso mentre altri muoiono di fame, anche il progresso scientifico è stato finanziato principalmente per scopi bellici e poi, solo in un secondo tempo e in misura minima, utilizzato per le esigenze sociali.

Il capitalismo non può essere “persuaso” a porre un freno al suo sviluppo, così come non si può “persuadere” un essere umano a smettere di respirare. I tentativi di realizzare un capitalismo “verde”, o “ecologico”, sono condannati all’insuccesso a causa della natura stessa del sistema, che è un sistema di crescita continua. L’economia è basata esclusivamente sul profitto e se qualcuno guadagna, altri ci rimettono, quasi tutti gli altri, a dire il vero! Se (invece) concepiamo un mondo che la vita stessa ha plasmato nell’evoluzione – un mondo benigno, se abbiamo un’ampia visione ecologica della natura – possiamo formulare un’etica della complementarietà che si nutre di diversità, al posto di un’etica che tutela l’essenza individuale da un’alterità minacciosa e invadente. In realtà, l’essenza della vita può essere vista come un’espressione d’equilibrio piuttosto che come semplice resistenza all’entropia. Infine, il sé può essere visto come risultato dell’integrazione, della comunità, del mutuo appoggio, senza che ne vengano in alcun modo sminuite l’identità individuale e la spontaneità personale.

L’unico tipo di ecologia proponibile è l’ecologia sociale, il lavoro dell’uomo deve essere a misura d’uomo! La specie umana la si difende avendo un rapporto armonico con l’ambiente, ci stiamo distruggendo ma non dobbiamo fermarci, dobbiamo solo cambiare direzione.

Sul riscaldamento globale…É importante contro il riscaldamento globale e la distruzione dell’ habitat intensificare le lotte, gli scioperi, il conflitto sociale, AGENDO IN PRIMA PERSONA, senza deleghe a nessuno, ponendosi come una massa di individui che vogliono decidere in prima persona del proprio destino, ma la cosa PIÙ importante di questa lotta é che, non solo deve essere propositiva, ma deve essere anche un tutt’uno con pratiche di vita quotidiana. Questo lo dobbiamo fare fin da ora perché abbiamo poco tempo, e SE NON FACCIAMO L’IMPOSSIBILE, VEDREMO L’INCREDIBILE.

Le parti in corsivo sono tratte da considerazioni di Murray Bookchin, scrittore, pensatore e militante libertario statunitense.

Salvatore e Vittoria del Laboratorio Anarchico PerlaNera di Alessandria

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